Il titolo è quello di un film ambientato a Cuba in cui il gelato viene usato come metafora. Se non l’avete visto, guardatelo perché è davvero bello e toccante. Lo prendo come spunto perchè due giorni fa mi è capitato sottomano quest’articolo della rivista indipendente Adn Cuba, non sono mai stata in quella splendida isola ma l’aggettivo scelto dalla testata per autodefinirsi indica un preciso allineamento politico. E, infatti, nel testo si apre una polemica che ha come perni questi due elementi: sulla testa “castrista” Cubadebate è stato pubblicato un pubbliredazionale in cui si racconta di una gelateria in cui però i prodotti sono alla portata solo dei più ricchi.
Un pubbliredazionale è un contenuto promozionale a pagamento fornito dal cliente o concordato con la redazione della testa, il contenuto è quindi equiparabile ad attività pubblicitaria. L’articolo di ADN a questo proposito racconta del nuovo progetto di legge dedicato alla “Comunicacion Social” che è stato pubblicato recentemente, ma non ancora entrato in vigore*. Quanto scalpore desti un pubbliredazionale che noi europei ci troviamo a dribblare sistematicamente quando apriamo un qualsiasi sito web è commovente. Ma il punto è un altro.
Quanto costa un gelato a Cuba? Sempre seguendo l’articolo ho letto il commento di un critico gastronomico cubano che racconta del suo portafogli sempre più “sanguinante” ad ogni visita. Una qualità media, forse troppo dolce, ma sicuramente migliore rispetto a “Coppelia” la storica gelateria cubana in cui, guarda caso, hanno girato la scena clou del film che vi citavo.
Da italiana il prezzo del cono medio di 80 cup, poco più di 3 euro, non mi stupisce. Ma se lo rapportiamo allo stipendio mensile di un impiegato cubano che è di circa 50 euro, allora si comprende come quello che per noi è uno sfizio di facile soddisfazione, sull’isola diventi un lusso. Come lo era in Europa a fine ‘800, quando a potersi permettere una coppa di gelato erano solo i ricchi borghesi e i nobili che frequentavano i cafè.
Pochi giorni fa su Radio24 ho ascoltato la parte finale di un’intervista che raccontava la storia dei nuovi 120 medici cubani arrivati in Calabria, che “lavorano benissimo e sono contenti dello stipendio base da medico”. Vi metto qui la notizia data da ANSA.
Rinomati per la bravura e la capacità di adattamento questi dottori caraibici mettono da parte abbastanza per poter mantenere le famiglie in patria. E sono sicura che in terra calabra potranno gustare gelati e granite senza dover tenere d’occhio il conto corrente.
*ho trovato un link, ma non riesco ad aprire il documento in .pdf, quindi sono riuscita solo a dedurre che il progetto di legge dovrebbe essere stato pubblicato a maggio 2023.


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