Questo racconto parte dalla piccola pasticceria. Il momento in cui a tavola portano minuscole gelée, piccoli biscottini, cioccolatini in formato mignon da un boccone. Quando mio nipote di 11 anni ha esclamato: “Ma cos’è un N****** Biscuit?”
Poi ha messo in bocca un bacio di dama e si è corretto sgranando gli occhi: “Questo è molto più buono!”.
Sono partita dalla fine, ma in realtà queste esclamazioni si sono ripetute per tutto il nostro meraviglioso pranzo domenicale al Ristorante Il Cavallino di Maranello. I paragoni erano di volta in volta con versioni commerciali e da supermercato, ovvero le basi fondanti del palato di un undicenne qualsiasi.
Manina di nipote undicenne alle prese con il benvenuto dello chef
Andiamo all’inizio dela storia. Ho due nipoti, tirati su molto bene da mio fratello e mia cognata, e quello di 11 anni mi ha svelato prima dell’estate di voler fare lo chef. “Ok!” – ho detto un po’ sospettosa – “Iniziamo ad andare in qualche ristorante perchè devi provare a mangiare un po’ di tutto e abituarti a nuovi sapori”. Lui si è preoccupato un po’, la scuola stava finendo e sa che io sono sempre difficile da acchiappare durante il periodo estivo. Ma ce l’ho fatta, oggi sul finire della stagione ho portato lui e sua sorella di 16 anni al primo ristorante che non fosse una trattoria, una pizzeria, un family restaurant, un all you can eat di sushi.
Ho scelto Il Cavallino perchè conosco la cucina di Riccardo Forapani che ha basi solide nella tradizione e tecnica sudata con anni e anni di pratica. Perchè volevo qualcosa che sapesse un po’ di vera Emilia per due veri novizi nati e cresciuti a Modena.
Ci siamo vestiti adeguatamente per infini accomodarci al tavolo che avevamo prenotato un po’ di tempo prima. Posso dire con orgoglio che è stata una vera e propria festa. A partire dai grissini. “Come si mangiano? Li rosicchio come un castoro?” alle spiegazioni su cosa sia il piattino per il pane. Abbiamo ordinato un po’ di piatti alla carta per provare cose diverse, senza affaticare la cucina. E posso dire con orgoglio che abbiamo spazzolato tutto, senza rinunciare ai meravigliosi gelati della carta dei dessert.
C’erano anche i Tortellini del Tortellante in crema di Parmigiano Reggiano. E qui, i due modenesi DOC che ogni anno celebrano il rito di preparare la pasta ripiena in casa, hanno confermato che “sono più buoni di quelli che si mangiano a casa!”. Questo per me è stato un successo perchè forse ci sarei rimasta male se avessero risposto come spesso rispondono gli italiani più cresciuti, in cui la mamma o la nonna cucinano meglio di qualsiasi chef.


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